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Attento alla testa, signor Malaussene!

20 marzo 2010

CHI: Giuliano

città: Parigi

CHE: Alzi la mano chi, tra di voi è un fan sfegatato dei romanzi di Pennac. Dunque là ne vedo una, due, quattro… perfetto, benvenuti nel nostro grande club!

Rimarrete sorpresi dalle installazioni di Ben Vautier.

Sono sicuro che chi, tra voi bibliofili, abbia programmato la sua prima visita a Parigi avrà sicuramente segnato sulla cartina una fermata del Metrò nel cuore dei quartieri popolari della città. Per gli altri che ancora leggono, prendete pure l’esempio dai vostri compagni, a patto che non siate troppo schizzinosi.

Bene, quando scenderete alla stazione di Belleville preparatevi pure al tuffo in uno dei sobborghi popolari che ancora sopravvivono a questa metropoli borghese. Perdetevi pure tra i mercatini dei clochard, prendete un caffè turco in uno dei tanti baretti sudici che vedrete, infine andate di filata a porre i vostri omaggi all’insegna pacchiana dell’ex cinema – ora cabaret di quartiere – “Zebre” sul boulevard de Belleville.

Godetevi tranquillamente il vostro giro malausseniano tra i chioschi di kebab e i negozietti di cineserie, dopodiché scavate con attenzione tra le viuzze interne della zona, dove proliferano strati di graffiti e atelier di giovani artisti provenienti da tutto il mondo.

Se avete fatto bene i compiti, dovreste prima o poi sbucare su un lungo stradone che sale violentemente in direzione della periferia. Siete senza dubbio su Rue de Belleville, confine nord di questo caotico arrondissement difeso strenuamente da una muraglia cinese in continua espansione fatta di take away, sushi bar e spezierie orientali.

Armatevi ora di pazienza e risalite un po’ il viale tenendovi sulla destra. Attenzione perché ad un certo punto la strada dovrebbe aprirsi su uno slargo sommerso di immondizia e motorini parcheggiati alla meno peggio. Una volta arrivati lì alzate gli occhi e osservate il muro dell’imponente palazzina alla vostra destra. C’è uno strano signore vestito da impiegato che, piantato a gambe tese su una passerella da lavavetri, cerca di montare  una lavagna quattro volte più grande di lui.

Prima di fuggire sul marciapiede opposto – col rischio di essere investiti – date bene una seconda occhiata. Scoprirete di essere di fronte a una delle più famose installazioni dell’artista francese Ben Vautier – se controllate bene, troverete la sua firma.

Questo personaggio, attivissimo nella comunità artistica francese fin dall’inizio degli anni Sessanta, ha disseminato le sue creazioni in molte delle gallerie europee d’arte contemporanea. Aderente prima al movimento Fluxus a braccetto di artisti del calibro di Nam June Paik ed Emmet Williams, afferma la sua autonomia in un secondo momento dando vita ad un movimento chiamato “Figuration Libre”, nel quale cerca di rompere le armonie cromatiche classiche e sfruttare nuovi materiali nella rappresentazione pittorica e scultorea.

Ma ciò che rende Ben – questo il suo pseudonimo – famoso al grande pubblico sono le enigmatiche e a volte caustiche frasi in gessetto bianco, come quella davanti alla quale vi trovate in questo momento, seguite dall’immancabile “signature” a lettere tondeggianti.

Il credo fondamentale di Ben si esprime infatti in queste semplici parole: “Se ho sfondato, è perché ho copiato gli altri… io cerco semplicemente di firmare quello che ancora non è stato firmato. L’arte sta nell’intenzione ed è sufficiente aggiungere una firma!”

Niente di più efficace, tanto che, negli ultimi tempi, lo stesso artista ha venduto le proprie frasi e la propria firma ad una marca di accessori creando non poche discussioni tra i puristi della comunità artistica francese.

Occhio quindi a quando entrerete in qualche negozietto di souvenir. Se cercate bene potreste riportare a casa, per qualche euro, un ombrellino o un portamonete d’autore!


LE “INTENZIONI” DI BEN VAUTIER

Rue de Belleville (Guarda la mappa).
Metro: Belleville (linea 2 blu o 11 marrone).

Da sapere che… al numero 49 di Rue de Belleville, pochi metri oltre la nostra installazione, potete trovare uno dei migliori ristoranti thailandesi di Parigi, il Lao Siam. Qui troverete una cucina tradizionale a base di speziato con una ricca scelta di zuppe ed una clientela multietnica e caotica. Attenzione però, la qualità ha il suo prezzo (15 euro per il menu di mezzogiorno e 22 per quello serale).

A due passi… scendendo lungo il boulevard de Belleville si raggiunge il cimitero del Père Lachaise (metro 2, stazione Père Lachaise). Cogliete una rosa e portate i vostri omaggi alla tomba di Oscar Wilde, ma attenti a non perdervi tra i mille percorsi gotici del più grande cimitière di Parigi.

Attento alla testa, signor Malaussene! suona come Jolie Coquine – Caravan Palace.


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